Col nascere del Centro Edilnord nella zona Sud di Brugherio sorse la preoccupazione dell’assistenza religiosa al nuovo quartiere. Alla soluzione del problema dedicò la sua attenzione il parroco di San Bartolomeo, don Franco Perlatti, che studiò un piano intelligente e generoso che rese possibile la realizzazione di una nuova parrocchia dedicata a San Paolo Apostolo.
La Parrocchia San Bartolomeo si impegnò ad assumersi l’onere per la realizzazione del Centro religioso su un vasto appezzamento di terreno donato dalla famiglia Cazzaniga. Il 2 giugno 1971 si celebrò per la prima volta l’Eucaristia in occasione della prima Comunione dei piccoli dell’Edilnord. Venne chiamato a fare il parroco padre Michele Raffo, un vero padre che cominciò dal nulla cercando fin da subito la collaborazione delle famiglie nel gestire le attività parrocchiali (catechesi, meditazione sulla Parola di Dio…).
Nel 1973 arrivò un prete giovane come coadiutore, don Pietro Spreafico, che fin da subito cercò di costruire il movimento di Comunione e Liberazione a Brugherio. Attorno a lui crebbe una grande presenza di giovani sia brugheresi sia della zona. Nacque così il primo oratorio misto a Brugherio, con adulti e famiglie che si occupavano dei bambini. Da lì partirono molte opere giunte fino a noi, completate quando alla morte improvvisa per infarto di padre Michele arrivò come parroco don Gianni Calchi Novati, che condivideva con don Pietro l’esperienza del Movimento: il Centro Culturale padre Michele Raffo, il giornalino L’opera, la Cooperativa Parole Nuove, il centro di Solidarietà, il circolino Clandestino, il Coro Parrocchiale.
Nel 1986 muore dopo un’atroce malattia don Pietro. Egli è stato per molti un vero testimone dello sguardo amorevole di Dio. Da don Gianni partì l’iniziativa di due momenti di catechesi fondamentali per la vita della comunità: gli esercizi spirituali in Avvento e Quaresima e i pellegrinaggi, soprattutto quelli in Terra Santa. Dopo don Pietro arrivò don Gabriele Mangiarotti. Nel 1992 partì l’opera di restauro della Chiesa che l’ha resa molto suggestiva, soprattutto nel suo interno. È dalla vicinanza alla propria storia che la comunità di san Paolo è cresciuta fino ad ora.